Il tiro con l’arco è una delle arti più antiche ancora praticate e la sua storia si fonde inevitabilmente con quella dell’umanità. I segni dell’uso di arco e frecce, sia per la caccia che per la guerra, sono stati infatti ritrovati in tutto il mondo! Dai reperti deduciamo che l’invenzione del tiro con l’arco può esser fatta risalire all’età della pietra, cioè verso il 20000 a.C.. Successivamente in epoca greco romana l’arco era usato molto più per la caccia piuttosto che per la guerra, i Parti però, che a lungo insidiarono le frontiere dell’impero romano in Asia Minore, erano abilissimi arcieri a cavallo ed avevano sviluppato una tecnica per girarsi a galoppo e scoccare le frecce in direzione opposta! Oltre ai Parti, come abilissimi arcieri, basta ricordare gli Assiri e i Mongoli di Attila che conquistarono un territorio enorme tra Asia ed Europa. I loro archi erano estremamente efficaci, con l’arco turco composito è stata raggiunta la distanza di 822 mt contro i 315 mt di un English Longbow!
Il tiro con l’arco è poi fin dall’antichità presente nei miti, nelle arti, poi nei romanzi fino alle rappresentazioni cinematografiche e televisive. Sicuramente tutti conosciamo la storia di Ulisse che di ritorno ad Itaca svelò la sua identità alla moglie e ai proci proprio tendendo l’arco. Chi poi non conosce Robin Hood? Arco e frecce quindi oltre ad aver profondamente influenzato la storia dell’umanità, ne hanno anche segnato l’immaginario attraverso rappresentazioni, miti, gesta e romanzi.
Il tiro tradizionale nasce con l’arco tradizionale, cioè quello semplice ed essenziale dei primordi della storia. Questo filone fa sua la pratica del "Tiro Istintivo", meglio inquadrabile come "tiro naturale". Niente mira né calcolo. Questo tipo di tiro presuppone l’assoluta mancanza di strumenti di mira e l’inutilità della valutazione oggettiva della distanza di tiro. E allora come fare a colpire il bersaglio? Semplice. Basta concentrarsi sulla più piccola porzione di bersaglio visibile, e scoccare. Certamente le prime volte i risultati non saranno eclatanti, ma il "computer" interiore, installato parecchi migliaia di anni fa, via via che acquisisce informazioni specializzerà il gesto. È solo questione di pratica.
Il paradosso dell’arciere è il termine usato per definire il comportamento della freccia quando viene scoccata. Infatti, dal momento del rilascio della corda fino al momento in cui perde contatto con l’arco, la freccia subisce una sollecitazione per cui inizia a flettersi e ad ondeggiare. È perfettamente normale che questo accada, ma noi vogliamo che essa si stabilizzi prima di raggiungere l’obiettivo. Questo avviene solamente se molteplici varianti e componenti della freccia sono combinati correttamente... una freccia deve essere perfetta per oscillare alla giusta frequenza attorno all'arco. Se la freccia è troppo morbida, colpirà alla destra del bersaglio, se troppo rigida, colpirà alla sua sinistra.